Samuel Modiano

“Mi chiamo Samy Modiano sono nato a Rodi, l'isola delle rose. Quando sono nato l'isola di Rodi era governata dall'Italia, dunque sono un ebreo italiano, morirò come ebreo italiano e sono fiero di essere un ebreo italiano. Sono nato in una famiglia normale come tutti voi, avevo un papà che si chiamava Giacobbe, una mamma che si chiamava Diana e una sorella, di tre anni più grande di me, adorabile, che si chiamava Lucia, una famiglia adorabile. Come tutti i ragazzi, come voi, ho cominciato a frequentare le scuole italiane, ho frequentato la prima elementare, la seconda elementare, e quando ero stato promosso alla mia terza elementare, all'età di 8 anni, più o meno, sono stato chiamato dall'insegnante, e in poche parole mi ha detto: “Lei, Samy Modiano, è espulso dalla scuola”. Ho chiesto il motivo per il quale ero stato espulso, credendo di aver fatto qualche cosa di male, ma l'insegnante mi ha detto che non avevo commesso niente di male e invitandomi ad andare a casa dove mio padre mi avrebbe spiegato il motivo dell'espulsione. Rientrato a casa, ho dovuto raccontare a mio padre dell'espulsione e il mio papà mi ha tranquillizzato dicendomi: "non ti preoccupare Samy, non hai fatto niente di male, i motivi sono altri".
Samy Modiano aveva 13 anni quando fu deportato ad Auschwitz.
Dal giorno della liberazione, per oltre sessant'anni, è stato lacerato tra il desiderio di tornare per rendere omaggio ai suoi 59 familiari lì sterminati e la paura di non farcela a rivedere l'abisso di dolore dove hanno trovato la morte, trucidati dai nazisti, un milione e mezzo di esseri umani "colpevoli" di essere nati ebrei.
Finalmente nell'ottobre del 2005, Samy Modiano torna ad Auschwitz insieme a oltre 200 ragazzi dei licei romani. E' stato Piero Terracina, compagno del blocco 29, nel lager D, a chiederglielo un anno prima. "Prova, gli disse, ci sono i ragazzi, non sai quanto questi giovani abbiano bisogno di te..."
Samy Modiano, insieme alla moglie Selma Doumalar, vive oggi sei mesi a Ostia e altrettanti a Rodi dove ha riaperto la Sinagoga e cura la memoria della comunità ebraica cancellata dalla follia nazista.
Dal 2005, Samy Modiano con la sua diretta, sofferta testimonianza instancabilmente portata in numerose e sempre attente platee, di studenti soprattutto, ha voluto raccontare e far ricordare la tragedia storica e la follia umana dei lager nazisti dando voce a quei milioni di ebrei che hanno concluso il loro a volte assai breve cammino terreno nei campi di sterminio e aggiungendo la sua voce a quella di altri sopravvissuti (ormai sempre più rari) della Shoah.
Compito, quello della testimonianza, necessario ma difficile perché per chi ha vissuto il dramma della Shoah "tacere è proibito, parlare è impossibile" (come efficacemente E. Wiesel ha espresso la contraddittoria condizione dei superstiti dei campi di sterminio).
Ogni nuova testimonianza relativa all'Olocausto, ha scritto il rabbino Elio Toaff, è come una "nuova tessera al grande mosaico della tragedia che ha colpito il popolo ebraico…”.